Nel 1975 ha cambiato la storia della tecnologia, la quotidianità e la vita di milioni di persone in tutto il mondo con i sistemi operativi Microsoft. Oggi Bill Gates è uno degli uomini più ricchi al mondo ma il suo impegno attuale, attraverso la Fondazione Bill & Melinda Gates (la più grande del mondo con un patrimonio di circa 50.7 miliardi di dollari) è soprattutto nella ricerca medica, nel miglioramento delle condizioni di vita nel terzo mondo e nell’educazione.
Nel 2015 ha profetizzato la pandemia definendola “una nuova guerra globale senza armi” e le sue conseguenze sociali, economiche e sanitarie. Mentre nel 2019, insieme Al Johns Hopkins Center for Health Security e il World Economic Forum partecipa a una simulazione di pandemia virale con “nuovo coronavirus”, tanto da tirarsi addosso le accuse dei complottisti di mezzo mondo.
Oggi, l’imprenditore filantropo, fortemente criticato per il suo stile di vita consumistico, pensa soprattutto all’emergenza climatica. La sua ultima pubblicazione si intitola “Clima. Come evitare il disastro. Le soluzioni di oggi, le sfide di domani” (edito in Italia da La nave di Teseo) un diktat ambientale nel quale illustra le tecnologie futuristiche per sfidare il climate change.
Bill Gates ha passato gli ultimi anni a studiare meticolosamente le cause del cambiamento climatico. Ha fatto ricerche e interviste agli uomini più illustri della scienza: da fisici a chimici, da biologi a ingegneri, da esperti di science politiche a quelli della finanza, per poi delineare una sua strategia utile a evitare un disastro ambientale sul nostro pianeta, molto più grave e irreversibile della pandemia.
“Ma la tecnologia digitale da sola non può – spiega Gates in una recente intervista al The Guardian – frenare la crisi del clima”. «Il clima è di una incredibile complessità. L’approccio deve essere globale, la transizione da certi modelli produttivi ad altri meno inquinanti può soltanto essere implementata con l’aiuto e la concertazione di tutte le istituzioni internazionali, ma anche attraverso partnership tra pubblico e privato. Per uscire da problemi enormi è necessario un lavoro comune.
Le nuove tecnologie già oggi aiutano a ridurre le emissioni di gas serra ma dovremmo utilizzarle di più e sostituire più velocemente quelle precedenti e superate. Sembra facile, ma per raggiungere uno sviluppo globale a zero emissioni c’è bisogno di un approccio visionario.
Secondo Bill Gates l’umanità deve procedere per compensazione e attutire l’impatto che genera inquinamento. Propone soluzioni futuristiche come ad esempio la ipertecnologica invenzione di un “deumidificatore mondiale” a cattura diretta dell’aria che aspira i gas serra dell’atmosfera; oppure opere di geo ingegneria (in via di definizione) per ridurre la quantità di luce solare che colpisce la superficie del mondo – così da rallentare il surriscaldamento globale.
Nel libro Bill Gates analizza anche le conseguenze del settore dei trasporti sull’ambiente, “che rappresenta solo il 16% delle emissioni globali“. Il futuro della mobilità è nei veicoli elettrici, “ma se l’elettricità proviene da centrali a carbone, il cambiamento ha un valore limitato”.
Un libro, quindi, che aiuta a immaginare in che direzione andrà la tecnologia ambientale fra qualche anno. E se Bill Gates, che crede incondizionatamente alla forza del progresso avesse ragione? In fondo non sarebbe per lui la prima volta.